Matteo Timo – Ricercatore di Dritto amministrativo, Università di Genova – (matteo.timo@unige.it)
SOMMARIO
1. Premessa.
2. L’implementazione della resilienza nella tutela del patrimonio culturale.
3. Considerazioni di carattere conclusivo.
1. Premessa
L’insieme dei beni mobili e immobili che costituisce il patrimonio culturale italiano è stato oggetto, come risaputo, di una particolare attenzione del regolatore pubblico da tempo immemore. Se la codificazione delle disposizioni sulla tutela e sulla valorizzazione risale all’inizio del nuovo millennio – mediante il decreto legislativo n. 42 del 2004 – è purtuttavia indiscutibile che la storia del patrimonio storico e artistico della Nazione negli ultimi duecento anni sia una storia di continua predisposizione di strumenti giuridici volti a circoscrivere le occasioni di rischio cui potenzialmente è stato (e continua ad essere) esposto il patrimonio culturale: se vogliamo essa è, pertanto, una storia di “resilienza”, da intendersi quale capacità dell’ordinamento italiano e, prim’ancora degli Stati preunitari, di saper rispondere alle sfide dei tempi, sapendo adeguarsi a mutamenti politici, economici, sociali e, non da ultimo, naturali…