Anna Licastro – Il self-preferencing come illecito antitrust?

Anna Licastro – Dottoranda di ricerca in Business, Institutions, Markets, Università degli Studi Gabriele D’Annunzio, Chieti-Pescara – (anna.licastro@unich.it)

SOMMARIO

1. Introduzione.
2. Il self-preferencing come condotta anticompetitiva nel caso Google Shopping.
3. Profili critici in tema di self-preferencing alla luce del caso Google Shopping.
4. Amazon nel mirino dell’Autorità Italiana Garante della Concorrenza e del Mercato. Il primo possibile caso italiano in tema di self-preferencing.
5. Il trattamento preferenziale fra discriminazione e tying.
6. Conclusioni.

Il presente lavoro si propone di verificare se il self-preferencing praticato dalle imprese digitali possa costituire o meno un illecito anticoncorrenziale ai sensi dell’articolo 102 TFUE. Per tale ragione, prendendo spunto dal caso Google Shopping si tenterà di comprendere quali siano state le ragioni che hanno consentito alla Commissione Europea di ritenere il self-preferencing, un comportamento illecito. Nel fare ciò, si terranno presenti i concetti di “leveraging” ed “equal treatment”. Se da un lato l’istruttoria italiana dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Amazon riconduce il trattamento preferenziale nell’alveo delle pratiche discriminatorie, dall’altro quella analoga avviata negli Stati Uniti innanzi alla Federal Trade Commission, la ritiene una pratica legante. Tuttavia, prescindendo dal corretto inquadramento giudirico della condotta, pare ormai incontestabile dubitare della sua illiceità, così come prova l’articolo 6, lett. d) della proposta di Regolamento Europeo nota come “Digital Markets Act” (DMA).


The present essay is aimed at ascertaining whether the self-preferencing adopted by the digital ecosystems could be considered an anticompetitive practice pursuant to article 102 TFUE. For this reason, this paper will build on the Google Shopping Case in order to understand the reasons behind the EU Commission’s decision of condemning that behaviour as detrimental for the competition policy. Precisely, the present work will focus on the concept of “leveraging” and “equal treatment”. On the one hand, the Italian Competition Authority’s probe on Amazon FBA has deemed self-preferencing as a discriminatory practice, on the other hand a similar probe, launched by the Federal Trade Commission, considers it a tying practice. However, irrespective of the accurate legal framework of the behaviour, doubting its unfairness now seems undisputable, as proven by the article 6, lett. d) of the Commission’s Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council on contestable and fair markets in the digital sector “Digital Markets Act” (DMA).

Scarica articolo

Lascia un commento