Gianmatteo Sabatino – Il diritto dell’economia circolare tra programmazione, contratto e responsabilità.
Profili teorici ed applicativi in dialogo tra Repubblica Popolare Cinese ed Unione Europea

Gianmatteo Sabatino – Ricercatore di Diritto Comparato ed Europeo, Istituto Italo-Cinese, Zhongnan University of Economics and Law, Wuhan – (sabatinogianmatteo@gmail.com)

SOMMARIO

1. Il concetto di economia circolare nel diritto. Diversità di approcci e senso della comparazione.
2. Economia circolare e dottrine dello sviluppo sostenibile in Cina e in Europa.
3. Il Diritto dell’Economia Circolare in Cina e la primazia della programmazione.
4. Segue. Economia circolare e rapporti negoziali.
5. L’Economia Circolare nel Diritto dell’Unione Europea. L’incidenza dei piani.
6. Segue. La circolarità del prodotto tra sostenibilità e durabilità.
7. Segue: Economia Circolare, piani e contratti regolati: il caso dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) e del costo del ciclo di vita.
8. Conclusioni e spunti di analisi comparata.

Quella cinese e quella europea rappresentano oggi due tra le più avanzate esperienze legislative nel settore dell’economia circolare. La comparazione tra di esse, attraverso il triplice prisma della programmazione per lo sviluppo, del diritto dei contratti – ed in particolar modo dei contratti amministrativi – e dei regimi di responsabilità, traccia confini parzialmente convergenti che sottendono, tuttavia, filosofie dello sviluppo ancora diverse. Questa diversità, misurata sulla diversa incidenza di principi generali e più o meno originali strumenti giuridici applicativi, lascia ampi margini per il confronto reciproco sotto l’egida del comune obbiettivo dello sviluppo sostenibile.


Today, the Chinese and the European Union represent two of the most advanced legislative experiences in the circular economy sector. The comparison between them, through the triple prism of development planning, contract law – in particular administrative contracts – and liability regimes traces partially converging boundaries that, however, are still based on differing philosophies of development. This diversity, measured by the different incidence of general principles and more or less original legal instruments of application, leaves ample room for mutual comparison under the aegis of the common goal of sustainable development.

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