Francesco Gaspari – Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli studi di Roma “G. Marconi” – (f.gaspari@unimarconi.it)
SOMMARIO
1. Le città intelligenti come nuovo paradigma dello sviluppo urbano.
2. Inquadramento concettuale delle città intelligenti.
3. Agende urbane e modelli di realizzazione delle smart city.
4. «Stato facilitatore», amministrazione condivisa e «cittadino attivo»: limiti dell’impostazione. Necessità di una programmazione strategica.
5. Smart city e governo del territorio: nuova concezione del piano regolatore e interessi differenziati.
6. La ridefinizione delle infrastrutture e la integrazione funzionale delle reti.
6.1 Agenda urbana multilivello, cittadinanza (amministrativa e digitale) e intervento pubblico.
6.2 Infrastrutture digitali.
6.3. Infrastrutture fisiche.
7. Per un’accezione costituzionalmente orientata delle smart city.
Il contributo analizza il fenomeno delle smart city, inteso come nuovo paradigma dello sviluppo urbano e come espressione della nuova cittadinanza amministrativa, che è concetto ben più ampio di quello di “cittadinanza digitale”.
Nella prima parte del lavoro si mette in evidenza l’assenza di una puntuale definizione giuridica del fenomeno delle città intelligenti e si passano in rassegna i due diversi modelli di realizzazione delle smart city, quello statunitense (bottom-up) e quello continentale (top-down).
Nella seconda parte del contributo si sottopone a revisione critica l’approccio bottom-up, fondato sulla logica del c.d. “Stato facilitatore”, nonché sull’amministrazione condivisa.
Si sostiene che il fenomeno delle città intelligenti richieda – per le funzioni che ad esse si attribuiscono e per la rilevanza dei beni coinvolti – una programmazione strategica e un incisivo intervento pubblico. Si ritiene poi che un tale intervento dei pubblici poteri possa passare anche attraverso una nuova concezione dell’istituto del piano regolatore generale, che ha, in tempi più recenti, assunto anche la funzione di principale strumento di
cui l’amministrazione comunale si serve per promuovere altri valori, quali la sostenibilità ambientale, la qualità degli spazi di vita, la coesione sociale. Tali nuove funzioni dei piani riflettono il nuovo modello di sviluppo urbano che sta emergendo anche a livello europeo, in particolare, a partire dalla Carta di Lipsia del 2007.
Nell’ultima parte del lavoro si è messo in evidenza come l’intervento pubblico nell’ambito della realizzazione dell’agenda urbana multilivello – e dunque anche delle smart city e community – si traduca in una necessaria ridefinizione delle infrastrutture – soprattutto di quelle che abbiano una rilevanza sociale –, sia materiali (rete stradale, ciclovie, housing, scuole, ecc.) sia immateriali (internet a banda larga e ultra larga, ecc.).
Lo scritto si conclude auspicando che lo statuto giuridico delle smart city riconosca ai pubblici poteri il ruolo che la Carta costituzionale attribuisce loro.
The paper analyses the ‘smart city’ phenomenon, deemed the new paradigm of urban development, and as an expression of the new ‘administrative citizenship’ which is much broader than the ‘digital citizenship’ concept. In the first part, the work points out the lack of an ad hoc legal definition of smart cities, and the two main international models
of smart city are examined, namely the US one (bottom-up approach) and the continental one (top-down approach).
In the second part of the manuscript, the bottom-up approach – which is based on the socalled ‘enabling state’, as well as on the so-called ‘shared administration’ – is subject to a critical review. It is argued that smart city implementation – given their functions/duties and taking into account the importance of the goods involved (health, education, mobility, etc.) – requires strategic planning and major public intervention. Such intervention on the part of public powers may go through a new General Regulatory Plan concept/definition, which represents the feature of urban planning and, in general administrative law, the reference paradigm of the planning function, one that in more recent times has taken on the role of a key municipality tool to promote other values, such as inter alia, environmental sustainability, quality of life spaces and social cohesion. Such new functions/duties of Regulatory Plans mirror the new urban development model, which is also growing on a European level (especially since the Leipzig Charter of 2007).
In the last part of the manuscript, it is stressed as a public intervention within the implementation of the multilevel urban agenda – and therefore smart cities as well as communities – requires a re-definition of infrastructures – above all those with a social impact – both physical (road networks, cycle routes, housing, school-building, etc.) and intangible (fast and ultrafast internet, etc.).
The paper ends by urging that smart city regulations should acknowledge the role assigned to public powers by the Constitution.