Francesco Zammartino – Professore associato di Diritto amministrativo
Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” – (fzammartino@unior.it)
SOMMARIO
1. Premessa.
2. Costituzione economica e sistema economico europeo: una convivenza possibile?
3. A proposito di alcune recenti pronunce della Corte costituzionale tra tutela dei diritti sociali e sostenibilità del debito pubblico.
4. Uguaglianza e solidarietà sociale quali valori fondanti della nostra Costituzione economica.
5. Conclusioni.
Nel presente articolo, l’autore riflette sulla difficile conciliabilità tra la Costituzione economica italiana, dai cui articoli si evincono i principi di utilità sociale e di solidarietà, e il modello economico dell’Unione europea, votato ai principi del libero mercato e della libera concorrenza. L’analisi parte dalla prima metà degli anni ’70, durante i quali gli enormi deficit di bilancio registratisi gravante sulla gestione di numerose imprese attinenti all’area pubblica, orientarono il legislatore italiano a decisioni di contrazione della spesa pubblica e a intraprendere politiche economiche incentrate tutte sull’offerta e sulla competitività delle imprese. L’autore rileva che proprio in questi anni si fa strada una diversa (ma criticabile) interpretazione della Costituzione economica, peraltro sostenuta da autorevole dottrina, di stampo efficientista e mercantilista. Tale interpretazione è stata, in parte, accolta anche dalla stessa Corte costituzionale, soprattutto dopo la modifica nel 2012 dell’art. 81 della Costituzione che ha introdotto, in ossequio ai vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea, il c.d. pareggio di bilancio. L’autore sottolinea, invece, l’importanza di recuperare i veri valori della Costituzione economica che prevalsero d’altronde nei lavori dell’Assemblea Costituente, quali l’uguaglianza, la solidarietà, l’equità sociale, soprattutto alla luce di una crisi economica e finanziaria che ha sostanzialmente debellato lo stato sociale.
In this article, the author reflects on the difficulties in reconciling the Italian Economic Constitution, the articles of which outline the principles of social utility and solidarity, and the economic model of the European Union, revolving around the principles of the free market and free trade. The analysis starts from the first half of the 1970s, when the enormous budget deficits registered, which weighed heavily on the management of numerous bodies in the public sector, oriented the Italian legislator to take decisions leading to cuts in public spending, and to undertake economic policies concerning the supply side and the competitiveness of companies.
The author shows that over the last few years an alternative (yet criticisable) interpretation of the Economic Constitution has emerged, further supported by an authoritative doctrine of an efficiency-oriented and mercantilist nature. This interpretation has also been adopted in part by the Constitutional Court itself, especially after the modification in 2012 of Art. 81 of the Constitution, which introduced – in compliance with the budget constraints imposed by the European Union – the so-called budget balance. However, the author underlines the importance of recouping the true values of the Economic Constitution, which furthermore prevailed in the works of the Constituent Assembly, such as equality, solidarity and social equity, especially in the wake of an economic and financial crisis that has substantially eradicated the social state.