Massimino Crisci – Avvocato e Dottorando di Ricerca in Diritto amministrativo, Università degli Studi di Bari – (avv.massimino.crisci@gmail.com)
SOMMARIO
1. Premessa.
2. Le concessioni demaniali marittime, la posizione del diritto europeo con la sentenza Promoimpresa e l’adesione delle sentenze dell’Adunanza Plenaria nn. 17 e 18 del 2021.
3. Critica alla ricostruzione della Plenaria in ordine alla sussistenza della “scarsità delle risorse naturali” e dell’“interesse transfrontaliero certo”. Il giudice che si sostituisce all’amministrazione.
4. La proroga delle concessioni è “sempre” in contrasto con il diritto comunitario? Spunti per una ricostruzione alternativa in seno all’Adunanza Plenaria.
Il presente lavoro, dopo un excursus della storia recente delle concessioni balneari, evidenzia come la Plenaria, tentando di offrire una soluzione unitaria per tutte le fattispecie nazionali, abbia affermato che la costa italiana è sempre una risorsa naturale “scarsa” e che il mercato delle concessioni balneari sia un unicum inscindibile sotto il profilo dell’interesse economico. In tal modo l’Assise Plenaria ha potuto sostenere l’incompatibilità comunitaria della proroga stabilita dalla L. 145 del 2018, tanto per contrasto con l’art. 12 della Direttiva Bolkenstein, quanto con l’art. 49 TFUE. Ma spettava al giudice amministrativo operare in prima battuta tale valutazione? Una pronuncia, come quelle in analisi, non “eccede” forse oltre il confine proprio della giurisdizione amministrativa, quale strumento di controllo ex post sulla funzione amministrativa? Il presente contributo, partendo dal principio di separazione dei poteri, lumeggia una lettura comunitariamente compatibile della proroga ex lege delle concessioni balneari italiane, in cui sarebbe la pubblica amministrazione concedente, titolare del potere amministrativo di espressione sui presupposti giuridico-fattuali per l’applicazione della normativa comunitaria, a stabilire se nel singolo caso di specie ricorra un’ipotesi di contrasto con la disciplina unionale.
This work, after an excursus on the recent history of bathing concessions, shows how the Plenary, attempting to offer a unitary solution for all national cases, affirmed that the Italian coast is always a “scarce” natural resource and that the bathing concessions is inseparable from the point of view of economic interest. In this way, the Plenary Assembly was able to support the EU Law incompatibility of the extension established by Law 145 of 2018, both by contrast with art. 12 of the Bolkenstein Directive, as with art. 49 TFUE. But was it up to the administrative judge to make this assessment in the first instance? Doesn’t a ruling, such as those being analyzed, perhaps “exceed” beyond the boundary of the administrative jurisdiction, as an ex post control tool on the administrative function?
This contribution, starting from the principle of separation of powers, highlights a EU law compatible reading of the extension by law of the Italian bathing concessions, in which the granting public administration would be the holder of the administrative power of expression on the juridical-factual conditions for the application of the EU law, to establish whether in the individual case there is a hypothesis of contrast with the EU legislation.