Francesco Gaspari – The legal nature of big data and the twofold purpose of competition:
in search for a new regulatory approach

Francesco Gaspari – Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli Studi “G. Marconi” di Roma – (f.gaspari@unimarconi.it)

SOMMARIO

1. Introduction.
2. The legal nature of big data and the different views concerning data “ownership”.
3. The “public view” of big data.
4. Big data as a “new commons”.
5. Big data as an instrumental resource to exercise fundamental rights and freedoms.
6. Big data and the duty to protect market needs.
7. In search for a new regulatory approach.
8. Conclusions.

The paper undertakes a critical review of the widely accepted thesis which states that big data are private goods, that need to be regulated by market solutions only.
This conclusion cannot be considered as acceptable at both theorical and practical level, and its application can lead to a distortion of competition in the relevant (digital and not only) markets.
This paper focuses on the topic of the legal nature of big data, examining the possibility of considering those data as public goods or as commons, and underlining the fact that they very often are resources instrumental to exercise fundamental rights and freedoms, such as the freedom to conduct a business (Article 16 of the Charter of Nice) and the freedom to exercise an economic initiative, as regulated in many EU Member States (in Italy by Article 41 of the Constitution).
The reflections of the paper starts from an examination of the case law of both ECJ and Italian courts, which states that competition has a twofold purpose: one at individual level (the freedom to exercise an economic activity), and one at social level (directed towards the protection of community interests)
In its conclusions, the paper offers some solutions in order to fill the existing big data regulatory vacuum.


Il lavoro sottopone a revisione critica l’orientamento largamente condiviso in dottrina e posto a fondamento di iniziative legislative regolatorie multilivello, secondo cui i big data avrebbero natura sostanzialmente privata, la cui regolazione deve essere lasciata nelle mani degli operatori del mercato.
Una tale presa di posizione non appare condivisibile sul piano teorico e rischia di determinare una distorsione della concorrenza nei mercati rilevanti (a cominciare da quello digitale).
Lo scritto approfondisce la questione, tuttora aperta, della natura giuridica dei big data, con specifico riferimento alle problematiche relative al diritto della concorrenza. In particolare, del fenomeno dei big data vengono proposte altre chiavi di lettura, finora poco o nient’affatto esplorate, come la qualificazione dei big data come beni pubblici o come beni comuni, mettendo così in rilievo il loro carattere di risorse strumentali all’esercizio di diritti e di libertà fondamentali (come la libertà di iniziativa economica privata ex art. 41 Cost. e la libertà d’impresa di cui all’art. 16 della Carta di Nizza).
L’indagine viene condotta muovendo dalla giurisprudenza amministrativa, civile, eurounitaria e, soprattutto, costituzionale, la quale ha più volte affermato che la libertà di concorrenza tra imprese ha una duplice finalità: individuale e sociale.
In conclusione, il lavoro prospetta alcune soluzioni sul piano regolatorio – che tengono conto della duplice finalità della tutela della concorrenza – per colmare la lacuna normativa che attualmente contraddistingue la “materia” dei big data.

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