Alessandro Di Martino – Dottorando di ricerca in Diritto dell’economia, Università degli Studi di Napoli “Federico II” -(alessandro.dimartino@unina.it)
SOMMARIO
1. Algoritmi informatici e diritto pubblico: le ragioni di una relazione problematica.
2. Gli sviluppi della giurisprudenza amministrativa sulla latitudine dell’amministrazione per algoritmi.
3. La predeterminazione dell’algoritmo e le garanzie dei privati. I rischi della presunta efficienza amministrativa e la questione dell’imparzialità.
3.1. Decisione automatizzata e partecipazione democratica.
3.2. La motivazione rafforzata nelle decisioni algoritmiche di fronte all’opacità dell’algoritmo: meta o chimera?
4. Esternalizzazione dell’amministrazione per algoritmi. Ammissibilità e limiti.
5. Sintesi dei risultati raggiunti ed osservazioni conclusive.
Il progressivo ricorso ad algoritmi informatici nell’esercizio della funzione amministrativa è un dato del quale ormai bisogna prendere atto. In tale contesto, l’Autore si prefigge l’obiettivo di analizzare i pericoli sottesi all’utilizzo di tali strumenti informatici nella azione amministrativa e sono svolte delle considerazioni critiche in ordine all’apertura all’utilizzo degli algoritmi ai procedimenti discrezionali, ritenendo che la calcolabilità dei risultati trovi un limite proprio nel bilanciamento degli interessi operato dall’amministrazione, che evidentemente l’algoritmo non è in grado di svolgere. Dopo aver tentato di risolvere il rapporto tra l’opacità strutturale degli algoritmi e la necessità di una motivazione rafforzata, funzionale per legittimare l’esercizio del potere amministrativo, si conclude sostenendo che l’esternalizzazione della realizzazione dell’algoritmo possa coincidere, qualora gli algoritmi vengano utilizzati nei procedimenti discrezionali, con l’esternalizzazione della funzione amministrativa, tenuto conto del basso livello di alfabetizzazione digitale che impedisce l’esercizio del potere di controllo da parte dell’amministrazione.
The progressive use of computer algorithms in the exercise of administrative functions is a fact that must now be acknowledged. In this context, the Author aims to analyse the risks underlying their use in administrative tasks, carrying out critical considerations with regard to the openness to the use of algorithms in discretionary procedures, in the belief that the calculability of the results is limited in the very balance of interests adopted by the administration, which the algorithm is evidently unable to perform. After having tried to solve the relationship between the structural opacity of the algorithms and the reinforced justification of the measure, useful to legitimise the exercise of administrative power, it must be concluded that the use of algorithms in discretionary procedures, if outsourcing of the implementation of the algorithm coincides with the outsourcing of administrative functions, due to the digital divide that prevents the exercise of control by the administration.