Monica Cocconi – Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Padova – (monica.cocconi@unipr.it)
SOMMARIO
1. Verso un nuovo paradigma di sviluppo.
2. Origine e caratteri del modello dell’economia circolare.
3. La disciplina europea sul nuovo paradigma economico.
3.1 Il nuovo Pacchetto di direttive sull’economia circolare: l’anello mancante verso un modello compiuto di circolarità.
3.2 Il decollo dell’economia circolare affidato all’approvvigionamento di materie prime.
3.3. Il contributo all’economia circolare dell’uso di risorse biologiche e gli strumenti di regolazione del mercato.
4. Le traiettorie dell’introduzione del nuovo modello di sviluppo nella disciplina domestica e nella Costituzione. 5. L’attuazione del modello dell’economia circolare negli appalti verdi.
6. Dal principio di chi inquina paga alla responsabilità estesa del produttore.
6.1 I limiti del sistema CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) e le prospettive del suo superamento attraverso un differente sistema di compliance.
7. Le sfide poste all’Unione europea dall’emergere del nuovo modello economico.
8. Alcune osservazioni conclusive.
Il nuovo paradigma dell’economia circolare sopravanza i confini dell’azione amministrativa di mera gestione dei rifiuti a tutela dell’ambiente per ricomprendere, in modo olistico, l’intero processo industriale di progettazione e di produzione dei beni e i profili sociali e formativi a questo connessi; si tratta, dunque, di uno strumento di politica industriale, in grado di orientare e di attrarre investimenti, generando valore; è un modello non confinabile, pertanto, nel cono d’ombra della protezione ambientale ma che ricomprende, necessariamente, i profili sociali, formativi e finanziari insiti nella ridefinizione complessiva della politica industriale europea. L’utilizzo efficiente delle risorse, in effetti, deve essere considerato un obiettivo non solo ambientale ma, altresì, di competitività industriale.
Sul versante degli strumenti, all’adozione di misure dirette di regolazione si affianca il ricorso a strumenti di natura economica e finanziaria (sovvenzioni, certificazioni, incentivi fiscali, Green Public Procurement) diretti a influire sulla disponibilità delle imprese a realizzare processi produttivi di minor impatto ambientale in un equilibro diversamente calibrato di strumenti command and control e di mercato.
The new paradigm of the circular economy goes beyond the boundaries of the administrative action linked to mere waste management to protect the environment. In holistic terms, it includes the entire industrial process of the planning and production of goods and the social and training profiles linked to this. It is therefore an industrial policy tool capable of directing and attracting investments, generating value; it is a non-confinable model, therefore, in the shadow of environmental protection but which necessarily includes the social, training and financial profiles inherent in the overall redefinition of European industrial policy. Indeed, the efficient use of resources must be considered an objective not only environmental but also of industrial competitiveness.
On the instrument side, the adoption of direct regulatory measures is accompanied by the use of economic and financial instruments (subsidies, certifications, tax incentives, Green Public Procurement) aimed at influencing the willingness of companies to carry out production processes with lower environmental impact in a differently balanced equilibrium of both command and control and market instruments.