Annamaria Angiuli – Professore ordinario di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – (annamaria.angiuli@uniba.it)
Vincenzo Caputi Iambrenghi – Professore emerito di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – (studio.caputi@tin.it)
SOMMARIO
1. Superamento della logica binarista e aspetti insuperabili.
2. Brevia sul concetto di interesse in una metafora.
3. Del trascorrere sul ponte rispettando le “pozzanghere”.
4. L’arbitro.
5. La libertà e l’arbitro. Verso l’inversione di una dicotomia.
6. Libertà-autorità.
7. Certo non si può dimenticare proprio in questa materia il «ruolo dell’Amministrazione quale attore “tecnicamente competente”».
Lo studio prende in considerazione, nell’ambito degli “Scritti scelti” pubblicati di recente dal prof. Giampaolo Rossi, uno degli apporti metodologici più significativi, definito in termini di “gradualismo” nell’interpretazione dell’ordinamento giuridico “vivente”.
Gli autori osservano che anche abbandonando la logica della contrapposizione tra privato e pubblico, diritto soggettivo e interesse legittimo, alcuni aspetti di “dicotomie” e “binarismo” restano alla base dell’ordinamento giuridico generale a garanzia della buona amministrazione cui fa riscontro l’interesse del cittadino.
È questo lo spunto per una rinnovata riflessione teorica, espressa in termini sintetici e con ricorso ad alcune metafore, sul percorso di giuridicizzazione dell’interesse c.d. materiale; e, corrispondentemente, sull’ambito e sui limiti dell›esercizio del potere amministrativo. L’approdo è nel senso che, se ad una dicotomia è necessario ricorrere, l’unica che appare conforme ai principi che reggono l’ordinamento amministrativo è quella espressa in termini di “libertà-autorità” (non già di “autorità-libertà”), atteso che l’origine dell’autorità non può che individuarsi nella volontà profonda del vasto gruppo sociale che in democrazia esercita sovranità. Pertanto, non è configurabile spazio alcuno per l’autorità senza la premessa di un fatto di libertà – produzione del νόμος – che imponga doveri di comportamento alle pubbliche amministrazioni, destinatarie di poteri commisurati alle necessità di assolvere ai compiti di benessere della comunità.
From within the Selected Writings recently published by prof. Giampaolo Rossi, the study considers one of his most significant methodological contributions, defined in terms of ‘gradualism’ in the interpretation of the ‘living’ legal system.
The authors note that even abandoning the logic of the opposition between private and public, subjective right and legitimate interest, some aspects of ‘dichotomies’ and ‘binarism’ remain at the basis of the general legal order so as to guarantee good administration, as reflected in the interest of the citizen.
This is the starting point for a renewed theoretical reflection, expressed synthetically and making some use of metaphor, along the path of the legalization of so-called material interest; and, correspondingly, concerning the scope and limits of the exercise of administrative power. The conclusions drawn suggest that, while a dichotomy is necessary, the only one that appears to comply with the principles governing the administrative system is the one expressed in terms of ‘liberty-authority’ (not of ‘authority-liberty’), given that the origin of authority can only be identified in the profound will of the vast social group that exercises sovereignty in democracy. Therefore, no space can be found for authority without the premise of a degree of freedom – the production of νόμος – which imposes obligations of conduct for public administrations and holders of powers in line with the need to carry out the tasks of community wellbeing.