di Fabrizio Fracchia
Il Diritto dell’economia, anche su impulso di un Editore lungimirante e comprensivo, ha deciso di trasformarsi in Rivista on-line.
La rivoluzione digitale costituisce una delle più significative novità post-novecentesche: la “rete” penetra in ogni interstizio della nostra vita e, conseguentemente, è diventata sempre più importante anche nell’attività accademica e scientifica, assicurando velocità, rapidità, flessibilità, diffusione universale, connessione costante e continua.
La “trasformazione” della Rivista cui diamo ora avvio (il cui oggetto – il diritto dell’economia – ha un’importanza crescente e un carattere molto pervasivo) anche con il prezioso contributo del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze umane dell’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, è il naturale portato di questa rivoluzione, che tuttavia va gestita e non subita.
In generale, nessuno può, o dovrebbe, nascondersi i rischi – anche in termine di scadimento dei modelli culturali e comportamentali – della rete, che è strumento e non già fine.
Con questa consapevolezza, dal nostro specifico punto di vista, riteniamo che la “trasformazione” in atto non elimini affatto doveri e responsabilità.
Intanto, il dovere e la responsabilità degli organi di direzione di una Rivista. Siamo tutti ovviamente interessati a sfruttare le grandi possibilità (nei prossimi mesi introdurremo gradualmente alcune ulteriori novità, di cui daremo ogni volta conto) che consente una struttura molto più flessibile, quale è un prodotto on-line; ci sentiamo però altresì impegnati – come e più di prima – per garantire la qualità finale della Rivista.
Anche autori e lettori, comunque, debbono sempre ricordare che, in una Comunità (quale è quella accademica), contano soprattutto i rapporti personali intrecciati nel mondo reale, così come sono essenziali le dimensioni reputazionali guadagnate “sul campo”.
Una rivista telematica può intercettare e valorizzare gli uni e le altre, senza mai ambire a snaturarli.
A proposito di persone e di rapporti personali, per quanto sinora fatto e con l’augurio di continuare una proficua collaborazione in futuro, devo un sentito ringraziamento al Comitato di direzione e al Comitato scientifico (con l’occasione ulteriormente rafforzati, in forza dell’ingresso di valenti Colleghi), nonché al Comitato di redazione (coordinato da Miriam Allena) il cui lavoro è essenziale, ai Collaboratori dell’Osservatorio sul diritto internazionale dell’economia (coordinati da Ornella Porchia) e ai Colleghi che hanno operato in tutti questi anni quali – preziosissimi– referee.
Un pensiero finale e pieno di gratitudine va ai Colleghi e ai Maestri (mi sia consentito richiamare in particolare, per ovvie ragioni affettive, Elio Casetta) che mi hanno preceduto nel ruolo di Direttore responsabile.
Quei Maestri ci hanno consegnato una realtà migliore di quella che avevano ereditato; a noi il difficile compito di non fallire l’analogo obiettivo.
Fabrizio Fracchia